Al posto di pensare ad incentivare loro pensano a tassare...
dal messaggero
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ROMA (22 aprile) - Un mini-prelievo su chi si connette a Internet e usa i contenuti editoriali on line, come misura transitoria per consentire all'editoria di far fronte alla crisi. È l'idea lanciata oggi dal presidente della Federazione italiana degli editori, Carlo Malinconico, in occasione della presentazione del rapporto La stampa in Italia 2007-2009 alla Camera.
Un mini prelievo per chi naviga in Rete. Un mini-prelievo su chi si connette a Internet e usa i contenuti editoriali on line, come misura transitoria per consentire all'editoria di far fronte alla crisi. È l'idea lanciata oggi dal presidente della Federazione italiana degli editori, Carlo Malinconico.
La Fieg, ha ricordato Malinconico, «ha avviato un'iniziativa nei confronti dei motori di ricerca, Google in testa, per far pagare i contenuti editoriali. È una questione all'attenzione della Commissione europea e dell'Antitrust in Italia, che ha aperto un'istruttoria il cui termine però scade a ottobre. La procedura, dunque, è lunga e complessa, anche perchè è difficile stabilire regole solo per l'Italia. Nel frattempo - suggerisce il presidente della Fieg - si potrebbe intervenire con una misura transitoria, anche solo per due-tre anni: basterebbe un prelievo di entità minima, l'equivalente di un caffè al mese, su chi ha la connessione a Internet, per realizzare una dote di risorse per aiutare l'editoria ad affrontare la grave crisi che attraversa».
Alla domanda dei cronisti sulla possibilità che una tassa di questo tipo possa essere anticostituzionale, «su certi servizi - ha risposto Malinconico - ci sono oneri generali di sistema che vanno suddivisi. Basti pensare alle bollette elettriche nelle quali paghiamo anche per l'energia prodotta nelle centrali».
Malinconico: crisi acuta, serve flessibilità ma anche qualità e difesa del valore e del prodotto editoriale. «Il superamento della crisi richiede flessibilità interna ed esterna alle aziende». A sottolinearlo è il presidente della Fieg Carlo Malinconico. Ma nello stesso tempo per il presidente anche «la qualità giornalistica resta un valore dominante per vincere le sfide del futuro», e il valore del prodotto editoriale va difeso visto che il presupposto è che «la qualità dell'informazione ha un costo e se manca un adeguato corrispettivo nessuno in futuro vorrà sobbarcarsi l'onere di produrla».
Al primo punto però c'è la flessibilità che, declinata all'interno delle aziende, «comporta l'ottimizzazione d'impiego delle risorse umane e materiali» e va applicata anche «all'esterno dell'azienda e in particolare nel contesto normativo che deve costituire un ambiente favorevole al cambiamento o quanto meno, non ostacolarlo».
Poi «vanno riviste le disposizioni che discriminano il prodotto editoriale a seconda che sia diffuso su un tipo di supporto (informatico) invece che su un altro (cartaceo). Per questa ragione va espressamente affermata, contro un'interpretazione che anche letteralmente non è giustificata, la soggezione all'Iva del 4% del prodotto online parificandolo al prodotto cartaceo».
Per Malinconico, poi, «manca qualsiasi efficace tutela dei contenuti redazionali prodotti dai giornali, impunemente saccheggiati da rassegne stampa e motori di ricerca». A questo proposito il presidente della Fieg ricorda le segnalazioni in merito alle autorità. In primo luogo quella all'Antitrust contro Google, sottolineando che «nelle more di un assetto equilibrato del sistema è assolutamente necessario che si introducano, sia pure in modo forfettario, misure compensative a carico degli utenti di connessioni che consentono l'accesso ai contenuti editoriali». Infine, a suo avviso «va ripensato il riequilibrio dei rapporti tra diritto d'autore e nuove piattaforme distributive. Gli editori, pertanto, guardano con vivo interesse - aggiunge - all'indagine dell'Agcom sul diritto d'autore».
Siddi: basta tagli al costo del lavoro. I giornalisti si sono fatti già carico della crisi dell'editoria, «affrontando un processo doloroso di stati di crisi e ristrutturazioni: stanno andando a casa 700 colleghi». Dopo simili sacrifici, «il costo del lavoro non può essere compresso oltre una certa misura, pena il deperimento finale del sistema». Ad affermarlo Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa.
giovedì 22 aprile 2010
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